MILANO AREA METROPOLITANA

  

 

Premessa

Dems e Laburisti, volendo contribuire ad un rinnovato protagonismo unitario della sinistra nell’area metropolitana milanese, hanno condiviso una visione comune ed offrono al dibattito nel Partito Democratico un documento politico di analisi e proposta.

Uno stimolo aperto anche al contributo della società civile, dei saperi, delle forze sindacali e sociali, fondato sul riconoscimento dell’eguaglianza (genere, reddito, sociale, digitale, ambientale...) come principio cardine della rinascita civile, sociale e culturale, di Milano e della sua area metropolitana. Riteniamo infatti che le diseguaglianze, sempre più ampie e profonde, siano il maggior ostacolo verso una società coesa ed innovativa, che garantisca universalmente benessere e tutela.

Consapevoli della forte discontinuità generata dalla pandemia, che ha mutato drammaticamente il quadro di riferimento metropolitano, nazionale ed internazionale, con pesantissimi effetti sanitari, economici, sociali e culturali, viviamo ancora un presente di sofferenza e preoccupazione, ma anche gravido di positiva innovazione ed opportunità. Alla politica tocca il compito di cogliere senza minoritarismi gli interessi in gioco, elaborando nuove visioni e proposte all’altezza dei tempi, tutelando la salute pubblica e promuovendo lo sviluppo civile e produttivo. Il PNRR è una grande chance di cambiamento e di riforma, che va sottratto a logiche tecnocratiche, illusoriamente neutre, ed orientato verso uno sviluppo fondato su eguaglianza, crescita civile e pari opportunità, promuovendo il lavoro e non la rendita, il reddito e non il patrimonio, valorizzando le grandi energie ed il protagonismo delle donne, cambiando radicalmente la relazione con l’ambiente, bene comune.

Così, pensiamo che il Partito Democratico debba ritrovare appieno il ruolo che gli appartiene, ricercando, sul territorio e nelle istituzioni, le direzioni di intervento più vicine alle sfide ed ai bisogni più profondi e drammatici dell'Area Metropolitana. Le prossime elezioni di Milano, e degli altri comuni metropolitani, ci chiamano alla coraggiosa revisione del modello di sviluppo cresciuto sull’intreccio tra grandi operazioni immobiliari e mobilità insostenibile, ripensando verso il 2030 la nuova Milano della creatività, del lavoro e dei diritti, nel vivo della transizione ambientale e digitale. Per contribuire a questa prospettiva, LABURISTI e DEMS hanno focalizzato alcuni tra i temi centrali, elaborando visione, contenuti e proposte per una nuova iniziativa politica. Il Documento "Note per un'agenda politica comune della sinistra democratica milanese" li raccoglie, contestualizzando i principi della centralità del lavoro, dell’eguaglianza e del protagonismo delle donne, nel cambio di paradigma della politica sanitaria e nella prossimità dei servizi, nella mobilità dolce e nella piena accessibilità al digitale, nella riaffermazione della fiscalità progressiva e dell’ambiente come bene comune, in un quadro di rafforzamento complessivo delle tutele e dei diritti, universale nella platea e flessibile nelle forme.

Crediamo che il Comune di Milano, con le sue partecipate e la sua azione di governo locale, possa e debba essere protagonista di una nuova stagione che riaffermi il suo carattere originario di luogo strategico di sviluppo e di riformismo, innovando la collaborazione tra pubblico e privato. Crediamo che le periferie, cittadine e metropolitane, vecchie e nuove, siano il terreno obbligato del maggior sforzo che l’amministrazione ed il Partito Democratico devono produrre per accompagnare lo sviluppo con benessere sociale, qualità dei servizi e vivibilità per i più deboli, anziani, disabili, lavoratori a basso reddito.

 

Il percorso che proponiamo al partito sollecita la partecipazione a quanti, dentro e fuori dal Partito Democratico, collocano la propria sensibilità nella più alta cultura progressista, riportando al centro del dibattito del partito e del paese i temi che la pandemia ha reso ancora più evidenti in tutta la loro importanza, ridefinendo il quadro di riferimento per un’azione di riforma radicale: la lotta alle diseguaglianze, la tutela del lavoro e dei suoi diritti, il riconoscimento del protagonismo delle donne, la necessità di un welfare universale, l’innovazione verso modelli di sviluppo sostenibili.

Un percorso che richiede un successivo ed ampio lavoro di riflessione di più lungo respiro, oltre l'emergenza, elaborando idee e progetti per aree tematiche da declinare a Milano e sul territorio metropolitano milanese.

Milano, 3 maggio 2021

 Ambiente

Analisi

Il tema politico dell’ambiente, oggi declinato nella transizione ecologica, è emerso in tutta la sua urgenza nel dibattito pubblico, almeno dall’Accordo di Parigi del 2015. Da lì molto si è fatto, ma moltissimo rimane ancora da fare per invertire la rotta di un “ecologismo” per molto tempo troppo tiepido per evitare la catastrofe: va affrontato con decisione a livello nazionale, oltre che sovrannazionale. In questo senso va letta l’istituzione del Ministero della Transizione Ecologica, che dovrà trovare concrete ricadute di programmazione, progettazione e realizzazione a ogni livello: nazionale, regionale e metropolitano. Proprio le aree metropolitane devono essere identificate come soggetti fondamentali del percorso: l’area metropolitana milanese si trova a dover affrontare, anche in ragione della sua conformazione orografica, importanti problematiche ambientali e climatiche. Ogni intervento pubblico ideato, programmato e realizzato deve sempre ricevere una duplice attenzione: ambientale e climatica. Una sfida che va affrontata seriamente, secondo nuovi paradigmi e rinnovati modelli economici, sociali, educativi e culturali.

Obiettivi

Mai come ora s’impone una visione sistemica delle comunità che integri e indirizzi lo sviluppo economico secondo nuove forme di produzione e di consumo energetico, con il potenziamento delle infrastrutture e del servizio del trasporto pubblico, con la programmazione e la progettazione degli spazi verdi come luoghi fondamentali della vita sociale, con la sostenibilità e qualità dell’edilizia pubblica, con l’istituzionalizzazione della formazione ambientale e, infine, con la costante e convinta condivisione di tale nuova progettualità. Non si può e non si deve dare per scontato che la sensibilità culturale e politica, maturata nell’urto con un’emergenza ecologica senza precedenti nella storia umana, sia già patrimonio diffuso e terreno comune. Perché, aldilà della ricerca smodata del profitto, sono molti e diversi i motivi di diffidenza, o persino di aperta ostilità, nei confronti della consapevolezza ecologica: gap generazionale, deficit culturale, difficoltà economica, isolamento sociale. Motivi che non devono essere sottovalutati o irrisi e che invece vanno affrontati nella convinzione che il percorso di responsabilità deve essere costantemente motivato, sempre motivante, e che deve riguardare tutti. Dove non c’è equità sociale, per esempio, è più difficile che si trovi la disponibilità a modificare i comportamenti quotidiani in accordo con la riduzione dei consumi, o il risparmio energetico, o il ruolo attivo di cittadinanza a beneficio della comunità intera. Le ragioni dell’’egoismo’ vanno smontate con l’evidenza dei fatti e nella pratica di governo del territorio.

Proposte

In questa direzione il percorso iniziato dall’amministrazione milanese con il Piano Aria e Clima è molto importante: un piano strategico per la riduzione dell’inquinamento atmosferico a tutela della salute e dell’ambiente. Un importante impegno politico che, per andare oltre la programmazione, deve trovare un’ampia e capillare realizzazione e coinvolgere tutti gli organi di governo, in virtù degli strumenti previsti dal decentramento amministrativo, il cui ruolo nella costruzione dell’“Economia della Partecipazione” è fondamentale e necessario. Perciò sarebbe importante, in una visione davvero integrata del governo metropolitano, adottare un Piano Aria e Clima anche negli altri comuni della Città Metropolitana. Di questo proposta il nostro partito metropolitano potrebbe farsi promotore. Dovremmo disegnare una catena di parole d’ordine dove ciascuno possa trova la sua e con quella restare legato agli altri: ambiente, clima, consapevolezza, partecipazione, responsabilità, condivisione, equità ed accessibilità. Una catena che ci ancori saldamente al futuro, forte tanto da non spezzarsi mai, ma che sia anche aperta ad accogliere altri, nuovi e numerosi anelli.

 

Diseguaglianze

Analisi

A differenza delle epidemie del passato, che, con un’alta mortalità determinarono una contrazione dell’offerta di lavoro e un aumento dei salari reali, l’epidemia di Covid-19 invece non sta avendo nessun impatto rilevante sulla forza lavoro: la mortalità resta “relativamente” bassa e riguarda quasi interamente anziani non più in età lavorativa. Al contrario la crisi economica che seguirà al lockdown del 2020, ed ai successivi provvedimenti di distanziamento sociale, sta già determinando, con la caduta dei consumi, una crescita rapidissima della disoccupazione che presumibilmente produrrà una riduzione del reddito disponibile per alcuni anni. Un secondo ordine di fattori riguarda le politiche che fino ad ora sono state attuate per contrastare l’epidemia. Da un punto di vista geografico, questo virus è chiaramente legato alla globalizzazione e quasi ovunque colpisce maggiormente le aree più esposte ad essa e quindi anche più ricche. La correlazione a livello provinciale tra incidenza del virus e PIL pro-capite è altissima. L’arrivo del Covid ha portato al sovrapporsi delle diseguaglianze su quelle preesistenti nel mercato del lavoro, rendendo ancora più drammatico il problema della disoccupazione, sottoccupazione e precariato giovanili e femminili. La partecipazione delle donne poi è stata ulteriormente penalizzata dalla chiusura delle scuole e dalle difficoltà di accesso alle strutture di accoglienza, con il conseguente aggravio del lavoro domestico e di cura.

Obiettivi

Le politiche di chiusura uniformi sono state necessarie per garantire la salute pubblica ma le loro conseguenze non saranno uniformi ed è molto probabile che colpiranno più severamente fasce della popolazione che già si trovano in condizioni svantaggiate e che avrebbero potuto avere invece qualche beneficio. La crisi non intacca però solo le categorie a più basso reddito, ma sta minando la situazione di una parte consistente della middle class, oggi principalmente la piccola imprenditoria nei settori dei servizi di mercato ed in prospettiva i dipendenti dell’industria e dei servizi, ancora tutelati dal blocco degli investimenti e dal ricorso massiccio alla cassa integrazione. Lo sviluppo dell’automazione: il post Covid darà ulteriore incremento ai processi di sostituzione del lavoro con le macchine, non solo per le posizioni a minore livello di qualificazione, ma anche per quelle di livello intermedio, già oggi parzialmente coinvolte nelle esperienze di smart working che riguardano il lavoro d’ufficio. Questi fattori potrebbero diffondere un sentimento di risentimento rendendo le classi medie sempre più preda di istanze populiste, con l’effetto di far seguire al lockdown sanitario una sorta di lockdown sociale rivolto non verso le categorie economiche più abbienti, ma (paradossalmente) proprio verso quelle più esposte, come gli immigrati e – più in generale – gli stranieri, visti come un ulteriore pericolo di sottrazione di possibilità e di posti di lavoro.

Proposte

Se lo shock dunque è certo, le conseguenze della frattura sociale non lo sono ancora. Le disuguaglianze esasperate dalla crisi conducono a due reazioni opposte: la radicalizzazione politica o, viceversa, uno spirito di coesione figlio della crisi. I tempi della ripresa, comunque, sono ancora lontani. Il fronte è comune, ma il "nemico invisibile" non colpisce tutti allo stesso modo. In tal senso la ripresa con convinzione di politiche redistributive e di cittadinanza sono la strada che il nostro partito deve tornare a percorrere senza esitazione tanto sul livello nazionale quanto su quello metropolitano, sia pur con i limiti di competenze previste ai differenti livelli istituzionali.

 

Innovazione digitale e sviluppo sostenibile

Analisi

La pandemia da Covid 19 ha costretto tutti a fare un passo in avanti in ambito tecnologico. Dall’oggi al domani i lavoratori si sono ritrovati in una nuova modalità di lavorare come ad esempio l’ampio ricorso allo Smart Working (spesso più telelavoro). Insegnanti, formati ad un metodo classico di insegnamento, si sono ritrovati a dover imparare una nuova metodologia e nuovi modi di gestire le classi e le materie. Molti hanno riscontrato diverse difficoltà, ma alla fine il passo in avanti è stato compiuto. Questo modifica l’orizzonte che adesso abbiamo davanti. Abbiamo compreso che questa modalità hanno aiutato l’ambiente, meno spostamenti hanno portato a meno inquinamento e maggior tempo a disposizione per fare altre attività. Oggi è fondamentale essere connessi con il mondo, sia per una questione lavorativa, sia per motivi di studio, sia per reperire maggiori informazioni e sviluppare il proprio talento. Lo Smart Working ha segnato un cambio netto di approccio al modo di lavorare, dobbiamo meglio regolamentarlo, il lavoratore ha più tempo per occuparsi di attività extra lavorative, ma nel contempo può organizzarsi il lavoro in tempi diversi questo deve aprire una riflessione sui diritti e doveri del lavoratore. Nel contempo non tutti hanno avuto accesso a una rete efficiente ed efficace e questo ha creato delle differenze che dobbiamo colmare

Obiettivi e proposte

- accesso universale e gratuito alla rete (connessione e supporti tecnologici

- Piano formazione e lo sviluppo delle nuove competenze digitali, necessarie per la formazione dei nuovi lavori e colmare la diseguaglianza tecnologica

- Osservatorio delle smart working, coinvolgendo competenze e risorse della Città Metropolitana

- Coworking: riqualificazione di spazi per destinarli ad aree di smartworking

- Creazione del Tavolo di lavoro per sviluppare la città metropolitana milanese, con tutti gli attori che fanno parte e partecipano allo sviluppo sostenibile di questa area, in ogni ambito.

- Uso delle tecnologie digitali per la valorizzazione delle risorse del territorio (applicazioni per identificare il percorso ciclo pedonale, segnaletica per la mobilità dolce, ottimizzazione flussi traffico, rilancio del turismo, mezzi di traporto elettrici;

- Nuove Tecnologie digitali per la cultura: occupare gli spazi riempiendoli di cultura, che attrae turismo e talenti che hanno voglia di mettersi in gioco. Le tante associazioni culturali dei nostri territori, , facendo rete potrebbero pianificare eventi, incontri per il rilancio dell’economia della città metropolitana. La tecnologia ha fatto passi da gigante in questo ambito e supporta lo sviluppo di progetti innovativi, stimolando i giovani talenti e le start up. Valorizzare le aree verdi, mantenendole, ampliandole e valorizzandole al meglio, usare la tecnologia per raccogliere le informazioni e mapparle, a supporto dei processi decisionali nelle politiche di gestione del verde

 

Lavoro

Analisi: pandemia e difesa del lavoro

La pandemia ha generato una gravissima crisi economico e sociale, che, aggiunta alla stagnazione già in atto, mette a rischio occupazione e reddito. Il distanziamento sociale ha modificato modelli organizzativi dell’impresa e della p.a. aprendo grandi opportunità e rischi. La crisi colpisce i mondi meno protetti del lavoro: giovani e donne, autonomi e microimprese. A Milano, dove si è sviluppata a dismisura la filiera della ristorazione, degli eventi, dell’ospitalità, alimentata dai 700.000 city users metropolitani, serve una nuova visione. Next Generation UE è la grande occasione per innovare strategie di sviluppo sostenibile, creazione di lavoro e gestione tutelata delle transizioni. Il PD riconosce il contributo essenziale delle forze del lavoro, dipendente, autonomo e della piccola impresa, alla produzione di ricchezza, e nelle forze sindacali ed associative il principale soggetto con cui condividere una proposta che promuova sviluppo ed innovazione, privilegi il reddito sulla rendita, salvaguardi ed aggiorni diritti e tutele universali del lavoro.

 

Obiettivi: il lavoro, risorsa chiave per la ripresa

  • Coinvolgere maggiormente i lavoratori nella gestione delle attività d’impresa;
  • Promuovere parità di genere, promuovendo la parità retributiva e contrattuale delle donne;
  • Contrastare il precariato (donne, giovani, over 50.);
  • Promuovere modelli di smart working flessibili e partecipati dai lavoratori
  • Tutelare la salute, con particolare riferimento al contrasto della pandemia
  • Contrastare le pratiche scorrette sul lavoro: contratti pirata e le finte cooperative;
  • Riconoscere trattamenti previdenziali universali, riconoscendo la soggettività delle persone

Proposte

  • Comune e Partecipate: modelli di eccellenza per la valorizzazione e tutela del lavoro (partecipazione dei lavoratori, parità di genere, assunzione dei giovani);
  • Tavoli territoriali di concertazione per le strategie occupazionali di NEXT Generation (Piano per la Formazione e le transizioni lavorative, valorizzando la Città Metropolitana);
  • Osservatori Metropolitani di monitoraggio: parità di genere, precariato giovanile e Covid;
  • Contrattazione per comparto dei modelli di Smart working;
  • “Il lavoro buono”, Carta dei diritti contro il precariato e lo sfruttamento ”: superamento JOBS ACT (giusta causa e reintegra), lotta ai contratti pirata ed alle cooperative fantasma;
  • Ampliamento tutele previdenziali (Opzione donna, Ape Social, Pensione di Garanzia)
  • Piano di innovazione imprenditoriale per i giovani (NEXT Generation)
  • Patto enti locali-terzo settore per la gestione etica delle commesse pubbliche;

Il PD metropolitano promuove il Tavolo di confronto ed elaborazione privilegiato con le OO.SS. ed il Terzo Settore per la condivisione degli obiettivi, delle iniziative e delle misure, finalizzate al miglioramento delle condizioni lavorative e contrattuali dei lavoratori.

 

Mobilità

Analisi  

Muoversi liberamente è un diritto costituzionale che deve essere limitato soltanto per ragioni di sanità e di sicurezza. Nell’area milanese congestione e inquinamento sono problemi più gravi che altrove, occorrono limitazioni ma ci si deve assicurare che esse non pesino su alcune categorie di cittadini più che su altre. In particolare, differenze di capacità fisiche (malati, disabili, o semplicemente gli anziani devono essere tutelati) ed esigenze di importanza diversa (sussistenza, lavoro, educazione, devono avere priorità rispetto a shopping e simili) chiedono strategie diversificate. Data la speciale criticità della situazione milanese (città monocentrica, circolazione atmosferica critica), non basta intervenire sulle modalità di spostamento (mobilità sostenibile), occorre un radicale cambiamento nell’impostazione della città (urbanistica sostenibile).

 

Obiettivi e proposte

- Riduzione della necessità di spostamento, accompagnando l’evoluzione verso il lavoro da remoto, almeno per parte del tempo. Lo sviluppo urbanistico deve essere indirizzato verso un decentramento di tutte le funzioni che attraggono traffico. La Pubblica Amministrazione deve essere di esempio per radicalità e rapidità e lasciare in zona centrale solo i servizi di prossimità, cioè: svuotare Palazzo Marino e le sedi degli assessorati. La mobilità ciclopedonale è preferibile ad altre forme di spostamento, ma per molti utenti e molti bisogni non può essere la soluzione.

- Forte sostegno al trasporto pubblico locale, da favorire sulla motorizzazione individuale, garantendo al TPL rapidità, puntualità, comodità e sicurezza. Per questo, occorre aumentarne le portate con un grande piano di investimenti a carico del governo nazionale, rivolto a tutta l’area e non limitato ai confini comunali. La mobilità ferroviaria deve essere radicalmente ripensata, favorita e potenziata. Trenord va rivoluzionata, nella struttura organizzativa e nelle priorità: la situazione attuale è inefficace e pericolosa.

- Sostenibilità della motorizzazione individuale, in parte esigenza insopprimibile, sia per le categorie fragili già viste, sia per tutti i casi nei quali ci si debba recare in molti punti entro la stessa giornata lavorativa: ad es. artigiani, personale commerciale, manutentori, assistenze domiciliari. Non è politicamente corretto penalizzare tali esigenze. Per assicurare scorrevolezza ai diversi tipi di traffico, occorre liberare spazio (anche scoraggiando le soste di lungo periodo su suolo pubblico, con tariffazione crescente) e distinguere le vie di scorrimento dalla viabilità locale. Sulle vie di scorrimento la sosta deve essere fortemente ridotta (con compensazioni per il commercio esistente) e la fluidità del traffico deve essere favorita, anche chiudendo intersezioni. Riducendo così i punti di congestione, si potrà limitare ovunque la velocità massima ai 30 km/ora (un sistema di telecamere realmente in funzione su tutte le vie di scorrimento potrà assicurarne il rispetto assoluto) e non ne risulterà allungato il tempo totale di transito. A sua volta, questa impostazione renderà possibile, sulle strade più ampie, la compresenza nella stessa sede di differenti tipi di traffico (auto, bici, monopattini).  

- distribuzione delle merci: entro il tessuto urbano continuo (di Milano e dei Comuni limitrofi) deve essere riservata ad un unico operatore pubblico, a partire da un’unica piattaforma di scambio. Il passaggio di mezzi di grandi dimensioni sarà limitato a specifiche “finestre” notturne

 

Politiche di Genere

 

Analisi

Il Covid e la conseguente recessione che ha generato hanno colpito molto di più le donne che gli uomini, come confermano gli ultimi dati sull’occupazione e innumerevoli ricerche in Italia, in Europa, nel mondo, tanto che ormai si parla della crisi economica causata dalla pandemia come “Shecession”. Gran parte delle persone che hanno perso il posto di lavoro sono donne, sia perché le donne sono impiegate nei settori più colpite dalla pandemia, sia per il lavoro di cura che con le scuole chiuse si è abbattuto soprattutto su di loro. Ciò si inserisce in una situazione già difficile per le donne italiane: il Gender Gap Index 2021 del World Economic Forum pone l’Italia agli ultimi posti in Europa occidentale per quanto riguarda soprattutto 2 dei 4 indicatori misurati: la partecipazione politica (quartultima) e la partecipazione economica dove è 114 su 156 nazioni e ultima in Europa occidentale.

Obiettivi

Sono necessari potenti correttivi, che non possono più attendere, per contrastare gli effetti della crisi pandemica sulla disuguaglianza delle donne e per raggiungere l’uguaglianza un po’ prima dei 267 anni previsti per raggiungere standard desiderabili nell’indicatore economico o dei 145 anni per l’indicatore politico (Nel Mondo). La lotta contro la diseguaglianza di genere deve essere al centro delle politiche, da quelle nazionali a quelle locali: deve attraversare tutti gli ambiti e gli assi di intervento, sostenuta dal pensiero, dal protagonismo, dalla presenza delle donne in tutti i luoghi decisionali, a partire dal nostro partito, che dovrà diventare rigoroso nella promozione della Democrazia paritaria, troppe volte disattesa.

Proposte

Rappresentanza paritaria delle donne nei ruoli decisionali e rappresentativi delle Amministrazioni e nei ruoli dirigenziali del Partito Democratico, a partire dalle segreterie e dalle Direzioni Provinciali, Regionali, Nazionali.

Mainstreaming di genere in tutte le politiche e i programmi nazionali, regionali e locali: Economia, Sanità, Sicurezza, Trasporti, Urbanistica e territorio, politiche ambientali, Scuola, Welfare, Giustizia e Sicurezza etc.;

Valutazione dell’impatto di genere per tutte le politiche - Introdurre il Bilancio di genere nelle Amministrazioni locali; valutare sia ex ante che ex post l’impatto su uomini e donne dei documenti strategici e di programmazione, anche promuovendo la partecipazione delle donne stesse nella fase consultiva e di partecipazione;

Investimento nelle infrastrutture di cura: perché si libera il tempo delle donne (e degli uomini che condividono la cura); perché si crea occupazione soprattutto femminile, perché migliora il benessere di chi viene curato: più asili nido, scuole materne, ampliare il tempo pieno nelle scuole, servizi per le persone non autosufficienti: ciò coinvolgerà in pieno le ministrazioni locali, che saranno decisive nell’attuazione.

Piani nazionali e locali per per l’occupazione femminile, con l’obbiettivo di portarla al 60% entro il 2030; promozione della parità retributiva e piena valorizzazione delle donne nel mondo del lavoro; sostegno per l’imprenditoria femminile; un nuovo equilibrio fra i tempi di lavoro e i tempi di cura – per tutti e tutte, donne e uomini; piano formativo per recuperare il “digital divide” che colpisce soprattutto le donne e promozione delle materie Stem fra le bambine e le studentesse fin dai primi anni di scuola.  

 

Infine due battaglie nazionali che non possono più attendere, dall’alto valore simbolico e concreto:

  • Trasmissione del cognome materno ai figli, come ci ha chiesto più volte la Corte Costituzionale;
  • IVA al 4% sugli assorbenti femminili

 

Sanità

Analisi

Lo scoppio della pandemia ha sconvolto il Servizio Sanitario Nazionale (SSN) mettendo in luce, in Lombardia, le gravi carenze dovute alle scelte di Formigoni e Maroni di favorire l’ospedalizzazione e la sanità privata. L’impatto dell’emergenza si è riversato all’inizio sugli ospedali pubblici. Gli ospedali privati sono stati poi chiamati in ritardo. Contrariamente alle altre Regioni non si è affidata la gestione dei casi non necessitanti ricovero ai MMG in collaborazione con i Dipartimenti di Prevenzione (DP) malgrado la presenza di molti anziani e non bisognosi di cure a bassa intensità. L’emergenza ha messo in evidenza l’insufficienza di personale, di posti letto, di reparti adeguati, di sale di rianimazione, e di tutte le strutture del territorio, dai DP alle attività distrettuali. I DP sono stati ridotti al 50% negli ultimi 10 anni e i Distretti sono stati di fatto abrogati. Mancano anche gli MMG (marzo 2020 in RL ne mancano 600). I consultori pubblici sono stati depauperati e sguarniti di risorse e personale con gravi arretramenti nell’applicazione della 194/1978. In Italia siamo arrivati a 3,2 posti letto per mille abitanti (la Francia ne ha 6, la Germania 8). La pandemia ha colpito pesantemente il personale sanitario. Il potenziamento degli organici passa anche dalla riforma complessiva della formazione sanitaria: per i medici due blocchi: il numero chiuso a medicina e quello per le scuole di specializzazione con il correlato obbligo di essere specialisti per essere assunti nello SSN Le Unità Speciali di Continuità assistenziali (USCA) in Lombardia non sono state attivate se non in modo parziale lasciando gli infetti da COVID-19 da soli a casa senza la dovuta assistenza. I DP non hanno potuto garantire il tracciamento dei casi e le inchieste epidemiologiche. Non si è riuscito ad effettuare sufficienti tamponi. Le vaccinazioni hanno incontrato, dopo il fallimento dell’antinfluenzale, criticità enormi, per specifiche responsabilità di Regione Lombardia, a livello politico e dirigenziale.

 

Obiettivi

- Riallineare il SSR alla normativa nazionale (L 833/79 e succ mod.) superando la fallimentare sperimentazione regionale, per tornare ad un SSN orientato a prevenzione e medicina di prossimità.

- Potenziare Unità di Prevenzione, cura, Diagnosi e riabilitazione. Decentramento che vuol dire partecipazione e controllo democratico. Associazionismo medico per migliorare l’assistenza sanitaria di base in sedi (Case di comunità) dove il cittadino trovi risposta ai suoi bisogni di salute. Finanziamento adeguato e potenziamento degli organici

- Reinserire il privato nella programmazione regionale in una logica di sinergia con la rete Pubblica

- Rafforzare il ruolo dello Stato nel coordinamento delle politiche sanitari, especie nell’emergenza, tramite la conferenza Stato Regioni e P.A.

- Riequilibrare il rapporto tra Regione (programmazione) ed enti locali (gestione)

- Incrementare, anche grazie alle risorse dl PNRR, la spesa per la salute, riportando l’SSN ai livelli medi di spesa nei paesi più avanzati

 Proposte

  • Abrogare la LR 23/15 della RL superando dualismo ATS ASST
  • Trasparenza dei dati relativi alla pandemia
  • Aumentare il personale per le inchieste epidemiologiche
  • Attivazione degli USCA mancanti e loro corretto utilizzo coordinato con i MMG
  • Aumento della capacità di fare tamponi con risultati in tempo utile.
  • Riorganizzare immediatamente le attività di vaccinazione anti COVID-19 riportandole sotto l’egida dei DP al fine di aumentare la capacità di raggiungere le persone.
  • Controllare la occupazione dei posti letto specie intensivi per COVID-19
  • Tagliare urgentemente le liste di attesa procrastinate a causa del COVID-19
  • Approntare il Piano Pandemico Provinciale.

Scuola

Analisi

In questo "tempo di quarantena" famiglie, docenti e dirigenti scolastici, hanno compiuto uno sforzo enorme per far fronte all'emergenza con risorse ridotte, esplorando possibilità creative anche mediante la DAD (Didattica a Distanza) che, pur essendo una grande opportunità, ha finito per accentuare le diseguaglianze già presenti. Si rende urgente una visione a 360 gradi che profili un progetto educativo capace di raggiungere tutti, bambini e bambine, ragazzi e ragazze, e gli adulti, in un percorso di formazione adeguato ai nuovi bisogni.

In vista di un rientro a settembre è necessario rassicurare insegnanti, studenti e famiglie che la scuola si attrezzerà, con risorse adeguate, per garantire una formazione di qualità Da ultimo, ma non in ordine di importanza, va condotta una riflessione attenta e coraggiosa che riguarda il modo di intendere la valutazione, perché non si isolino ulteriormente chi, già in condizioni "normali", incontrava di apprendimento e si lavori per gruppi eterogenei per valorizzare le diverse attitudini e competenze degli studenti. Si valorizzi l‘autonomia che bambini e ragazzi hanno sviluppato nella lontananza dalla scuola e le pratiche di auto-valutazione e di riflessione meta-cognitiva sul proprio percorso di apprendimento. Per far fronte alla sfida the li aspetta, gli insegnanti avranno sicuramente bisogno di un piano di formazione da realizzarsi in collaborazione con USR, università, associazioni professionali e terzo settore. Tale piano dovrà essere in grado di:

 

Obiettivi

  • Innovare la didattica, superando i limiti di una scuola trasmissiva e schiacciata sui contenuti messi in luce in modo evidente dall'esperienza della DAD. La scuola a distanza ha promosso sia stili di insegnamento "diversi e nuovi", sia diversi e nuovi stili di lavoro e di studio. Essenzialmente questo comporta un ripensamento dei programmi di studio, diverse e nuove forme organizzative ed, infine, diversi e nuovi parametri di valutazione.
  • Flessibilità e di autonomia scolastica (tenuto conto delta normativa nazionale in materia), per adattare le diverse soluzioni alle nuove esigenze che l'emergenza ha portato a galla, vista la grande disomogeneità territoriale e locale, nonché la specificità di ogni contesto scuola.
  • Maggior supporto tecnico, commisurato ai bisogni amplificati dal gap creato dall'emergenza Covid 19.
  • Stretta collaborazione con enti locali e terzo settore allocando le risorse necessarie per assicurare servizi integrati per le famiglie, attività di integrazione all'attività scolastica, coordinamento tra scuole dell'infanzia statali e scuole dell'infanzia comunali, avviare accordi con strutture e associazioni sociali, culturali e sportive

Proposte

  • straordinario stanziamento economico (tecnologie, co, formazione dei docenti, coinvolgimento di operatori del terzo settore a supporto delle attività scolastiche ed extra-scolastiche).
  • Aumento delle risorse umane in organico per programmare attività organizzate per gruppi di apprendimento eterogenei, definiti in base ai diversi obiettivi formativi.
  • Riapertura dei servizi 0-6, per permettere un adeguato rapporto numerico adulto/bambini
  • Congedi parentali (con parità di diritto fra padre e madre).
  • Coinvolgimento operatori delle cooperative educative ("bonus educator!" per supportare le famiglie)
  • Abolizione voti numerici nella scuola primaria,
  • Piano formativo per i docenti (riflessione su attività di didattica a distanza svolta, lavoro inclusivo per la ripresa delle attività didattiche in presenza (o in forma mista)
  • Riconoscimento economico contrattuale, attivando iniziativa sindacale.

 

 Welfare di Comunità

 

Analisi: pandemia e crisi sociale

La pandemia ha generato un radicale cambiamento sociale e nuovi bisogni. Ha cambiato modo di lavorare, molti si sono trovati improvvisamente a lavorare da casa senza alternative, in modo immersivo e con difficoltà di tecnologia e di ambiente (poco spazio, rumore domestico, cura dei figli e degli anziani…), con difficoltà a conciliare le esigenze dei familiari e i single a vivere in uno stato di isolamento coatto. Tutto è stato molto veloce, con poca possibilità di abituarsi gradualmente ad un modo di vivere caratterizzato dall’allontanamento dalle persone, dalla comunità e dagli spazi comuni di vita creando una diversa prossemica relazionale e di servizio. In questo contesto, dobbiamo pensare ad un Welfare diverso: immaginiamolo come il nostro “pane quotidiano”, cioè più vicino perchè ora abbiamo capito quanto l’aiuto, la comunità, l’empatia che solidarizza e che diventa servizio, sia importante soprattutto per le fasce più deboli. Accorciamo le distanze per una rinnovata socialità. La disuguaglianza genera malessere e diffidenza: i servizi alla persona, socio educativi di territorio, devono essere rinforzati, per garantire alle persone ed alle famiglie più fragili non solo i viveri di prima necessità ma un accompagnamento sociale alla vita quotidiana.

Obiettivi: welfare di prossimità per abbattere le disuguaglianze prevenire il malessere sociale

Fare Rete: potenziare i servizi socio-educativi pubblici e privati per aiutare bambini e giovani nella scuola, nell’interazione con i pari, nell’uso delle tecnologie, con attenzione ai soggetti con disabilità rimasti privi della scuola, del CDD e dell’associazione di riferimento.

Sostenere le famiglie più fragili senza lavoro e reddito, dove il covid ha reso più debole la struttura di aiuto della rete familiare, privando le famiglie dei care giver familiari;

Potenziare il network di prossimità del territorio, oratori, sportelli wemi, ludoteca, spazi di sollievo di baby sitting gratuiti per le famiglie più fragili che non hanno aiuti di accudimento.

Potenziare spazi di sollievo o di comunità per l’ascolto delle persone anziane sole

Migliorare la rete di comunicazione, ispirata a prossimità e monitoraggio per le persone anziane e fragili che vivono in profonda solitudine nel quartiere, coinvolgendo medici di famiglia

 

Proposte concrete per un Welfare di comunità e di solidarietà:

  • ampliare la rete dei consultori (personale, servizi, orari), attivando lo sportello di ascolto per il disagio psicologico e per il sostegno alle richieste degli anziani fragili e soli;
  • promuovere CPI di quartiere, sportelli per l’inserimento lavorativo per le persone che hanno perso il lavoro nel periodo pandemico, in collaborazione con le associazioni imprenditoriali
  • sviluppare risorse e servizi dei Centri di aggregazione giovanile e degli oratori;
  • accesso gratuito ai centri sportivi (in collaborazione con l'associazionismo sportivo)
  • promuovere la “banca del tempo”: valorizzare il volontariato sociale di quartiere, risorsa chiave per riattivare i servizi di prossimità; creare connessioni con gli studenti universitari fuori sede che possano dare un aiuto concreto agli anziani avendo in cambio dei crediti/sconti sull’affitto.
  • investire sulle infrastrutture sociali, a partire dagli asili nido e le scuole materne, promuovendo buone prassi di congedi parentali, a partire dal Comune e dalle sue partecipate.

 

Un particolare ringraziamento per la stesura e la sintesi dei documenti a: Valeria Borgese Saverio Celomagno, Monica Chittò, Diana De Marchi, Alessandro Garavaglia, Isabella Ippoliti, Giuseppe Ucciero, Ilaria Urzini, Edgardo Valerio, Paolo Zinna, Giuseppe Augurusa e Stefano Bassi