Milano 2046 – Laboratorio per un futuro comune

di Lamberto Bertolé
Presidente del Consiglio Comunale di Milano
  

Studiare come migliorare il benessere dei cittadini progettando una città equo sostenibile. Con questo intento nasce “Milano 2046”, il laboratorio del Comune di Milano che ho promosso come Presidente del Consiglio comunale, per immaginare un futuro a misura di cittadino e innalzarne la qualità della vita. Un progetto di cui sono particolarmente orgoglioso e di cui ci tengo ad illustrarvi le ragioni di fondo.
Milano 2046 nasce nella convinzione che, quando la politica alza lo sguardo e fa un passo a lato rispetto alle emergenze e si pone l'obiettivo di gettare le basi del futuro benessere dei propri cittadini, attende al suo compito primario, nella grande sfida del contrasto all'antipolitica. E questo ha a che fare con il senso dell’impegno di tutti noi.
Si tratta di un progetto che punta al lungo periodo, il prodotto di una politica che pensa alla città di domani puntando sulla coesione sociale, la cultura, la tutela dell'ambiente e dei diritti di cittadinanza e partecipazione, la qualità della vita personale e pubblica dei cittadini e l'interrelazione sociale.
Siamo mossi dalla convinzione che il futuro non debba essere temuto né subito passivamente, ma programmato. E non si tratta neanche di una fuga nel futuro: si tratta di guardare lontano per prendere le decisioni giuste oggi.
La politica ha bisogno di costruire e verificare strumenti di conoscenza per programmare il futuro della città e il benessere dei cittadini, intervenendo in modo pianificato e consapevole laddove ci sono carenze, e favorendo i processi di crescita e miglioramento laddove si manifestano.
La mancanza di una regia pubblica attenta alla programmazione degli interventi lascia infatti la comunità priva dei necessari equilibri e di adeguate risorse per i suoi bisogni.
Oggi godiamo dei benefici di scelte importanti fatte dalla politica molti tempo fa e scontiamo problemi e difficoltà che nessuno ha saputo prevenire molti anni fa. Vogliamo costruire, insieme, scenari con la necessità di scegliere e progettare il nostro futuro. Ed è proprio quando le cose vanno bene che bisogna proporsi di farlo, senza cullarsi nell’inerzia di un ciclo positivo. L’obiettivo è sviluppare le 12 dimensioni del benessere racchiuse nel Bes, l’indicatore sul “Benessere equo sostenibile” che dal 2016 affianca il Pil nel Bilancio dello Stato e consente di rendere misurabile la qualità della vita e valutare l'effetto delle politiche pubbliche su alcune dimensioni sociali fondamentali come: cultura, sicurezza, coesione sociale, rispetto dell'ambiente, lavoro e innovazione.
La qualità della vita infatti  è il primo indicatore per misurare l'efficacia delle politiche. Ne aveva parlato Bob Kennedy, in quel discorso così famoso e profetico, no?
Milano sarà quindi la prima città a progettare i suoi interventi futuri sulla base di indicatori non solo economici ma equo sostenibili. Per declinare il Bes in chiave comunale il gruppo di lavoro avrà 18 mesi di tempo, durante i quali verranno coinvolti la società civile, i portatori di interesse e diritti, come le Università, le associazioni e le imprese, ma anche gli ex sindaci. Si parte con un’indagine realizzata secondo la metodologia Delphi, che prevede di coinvolgere un campione rappresentativo della comunità.
Milano 2046 si prefigge, come esito, di offrire al governo politico della città strumenti per progettare i suoi interventi futuri sulla base di indicatori non solo economici ma anche equo-sostenibili, i quali verranno identificati dal gruppo di lavoro e attraverso la nostra ricerca.
Alla fine del percorso di analisi dei bisogni e delle aspettative, per ogni singola voce del Bes (dalla salute ai tempi di vita fino all’ambiente) verrà fissato un risultato da raggiungere. All’interno del set di indicatori Bes, si approfondiranno dimensioni rilevanti per la città quali, ad esempio, la migrazione, il rapporto tra generazioni nel ciclo di vita, la diffusione e l’accesso alla cultura, la qualità dell’ambiente e dei servizi, le principali variabili che determinano il benessere soggettivo e quello collettivo.
Perché  ‘Milano 2046’? Il riferimento al 2046 è anche un omaggio alla nostra storia, ai cento anni dal 2 giugno 1946, data di nascita della Repubblica e inizio del percorso di ricostruzione del Paese. Questo lavoro vuole essere alimento di fiducia sociale e desiderio in contrasto con la paura, che è la vera insidia del cambiamento. 
Il Comitato di indirizzo del laboratorio oltre che da me, sarà costituito da esperti nelle principali dimensioni tematiche, tutti rigorosamente a titolo gratuito: Enrico Giovannini (economista e statistico, già Ministro del lavoro e delle politiche sociali), Carlo Sini (filosofo), Alessandro Rosina (demografo e statistico), François de Brabant (esperto di innovazione e sviluppo), Ruggero Lensi (esperto di qualità dei servizi), Chiara Saraceno (sociologa), Sergio Sorgi (esperto di welfare ed economia personale), Silvia Ivaldi (psicologa del lavoro), Francesca Bertè (esperta di scenari sociali) e Giuseppe Munforte (esperto di disagio giovanile).
Vi terremo senz’altro aggiornati e anzi, contiamo sul vostro contributo.


Lamberto Bertolé